Discussione Autore Data e ora
Mie care conifere

Sono cresciuto, si può dire, sotto quelle conifere che nell’adolescenza hanno accompagnato i miei giochi e da adulto le mie indimenticabili passeggiate, spesso interrotte per godermi un po’ di riposo seduto in una delle panchine della Villa Comunale. Le conifere al centro della Villa sopra il Monumento a Mosè Ricci, hanno sempre assicurato la migliore ombra del piazzale.

Alte, sane e robuste, piantate quando già avevano qualche anno di vita, più di cinquant’anni fa, hanno visto passare sotto le proprie chiome molte generazioni; hanno visto posarsi sopra i loro rami, migliaia di uccelli; hanno sofferto le stagioni più fredde e più calde, hanno superato forti siccità e sopportato il gravoso peso della neve che spesso le ha piegate e spezzate, ma loro silenziose, sognavano ogni anno l’arrivo della stagione più bella dell’anno : la Primavera ed il ritorno degli uccelli e dei ragazzi.

Hanno vissuto e sognato così per mezzo secolo, ma una mattina, il rumore di una motosega le ha svegliate di soprassalto mentre erano ancora un po’ assopite, Madre Natura è stata così generosa da risparmiare loro il dono della vista e quindi l’orrore, ma non è stata altrettanto generosa quando ha risparmiato loro anche il dono delle gambe per fuggire ed il dono della parola per urlare al torto subito. Immobili e mute di fronte a tanta ingiustizia, con un attimo due di loro sono state stroncate senza pietà, le altre due forse aspettano il loro destino come bestie in fila al mattatoio ed intorno a loro, altre piante sane sono già cadute sotto la scure dell’uomo senza motivo.

Rami, tronchi e foglie vengono portati via, resta il vuoto al loro posto, ma anche nel mio cuore, perchè non potrò mai più rivedere un albero di quell’età nello stesso posto, non vivrò così a lungo per
ricordarmi un albero secolare al centro della villa, il posto più bello per riposare sotto il fresco di quelle alte e maestose chiome, attraverso le quali mi sono divertito per tanti anni a vedere i raggi del sole attraversare dispettosi i rami per prevalere sull’ombra. Ebbene ora hanno vinto loro, i raggi del sole saranno da oggi liberi ! Liberi di infuocare le panchine durante le ore più calde dell’estate, liberi di stordire le madri ed i bambini durante i loro giochi, di accecare l’anziano in cerca di riposo, di illuminare chissà quale artificio previsto al posto dei poveri alberi secolari di inestimabile valore.

Mie care conifere, so bene che eravate in piena salute, ma il vostro destino è stato deciso ed io nulla ho potuto per salvarvi, siete così morte per mano dell’uomo e come appartenente alla razza umana, mi vergogno al posto di chi ha decretato la vostra morte nonostante l’ottimo ed evidente stato di salute e vi chiedo scusa.

Giuseppe
Giuseppe mercoledì 18 febbraio 2004 - 19.37.22
Risposte Autore Data e ora
Profezia

Quando l'ultimo albero sarà abbattuto, l'ultimo fiume avvelenato, l'ultimo pesce catturato, soltanto allora ci accorgeremo che i soldi non si possono mangiare.

Profezia degli Indiani Cree
morfeo venerdì 20 febbraio 2004 - 10.05.27
e la stampa? e l' opposizione? e gli ecologisti?

I redattori di casoli.org confermano, per l' ennesima volta, di essere l' unica voce di resistenza civile, di volontà di non adeguarsi alla scelleratezza che governa ormai il nostro paese.
L' ultimo scempio, il taglio dei bellissimi alberi secolari della villa comunale, che hanno segnato la mia infanzia come quella di tantissimi altri casolani, ultimo in ordine di tempo di una (purtroppo lunga) serie, è stato denunciato esclusivamente dalle bellissime foto della redazione dello storico sito casolano; e la stampa? e l' opposizione? e gli ecologisti?
Tutto latita, tranne la costante capacità di poche persone di continuare ad amare questo paese anche nei momenti in cui verrebbe voglia di abbandonarlo nelle mani degli sciacalli.

Un cittadino casolano domenica 22 febbraio 2004 - 9.20.14
Quale patologia le aveva colpite ?

Leggo solo ora i messaggi di questa interessante discussione. Peccato per gli alberi tagliati. Le piante malate vanno curate, per ogni malattia c'è una cura, la maggior parte sono tollerate dalle piante ospiti, come accade per gli afidi, che con le loro punture fogliari succhiano la linfa, limitando lo sviluppo dell'albero, ma raramente conducono le piante infestate alla morte, in questo caso la cura consiste nell'irrorazione ripetuta con prodotti adeguati .
Anche gli afidi peggiori dunque, sono curabili, come per esempio l'afide più nocivo, il "Pineus pini" che attacca diverse specie di conifere (Pinus, Larix, Picea) nei boschi, ma anche in piccole piantagioni delle aree urbane.

Tra le malattie funginee più gravi invece, c'è il "cancro del cipresso" (Seiridium cardinale) , causato da un fungo ascomiceto, la cura consiste nell'eseguire bene le potature con taglio obliquo spalmandole con preparati specifici e mastici contenenti anticrittogamici.
Altra grave malattia, è la processionaria del pino, un lepidottero defogliatore che attacca tutte le specie di pino in particolare il pino nero (Pinus nigra), il pino silvestre "Pinus silvestris", il pino marittimo "Pinus pinaster" e il pino d'aleppo "Pinus halepensis" , le larve in autunno formano un bozzolo, un nido difensivo di colore bianco, a fine inverno le larve lasciano l'albero e procedendo in fila indiana (in processione) scendendo verso il suolo per interrarsi, completando così il ciclo biologico. La cura va fatta a fine estate trattando la chioma con un prodotto biologico a base di Bacillus thringiensis .
Inoltre la "Rhyacíonia buoliana" un lepidottero che attacca i germogli apicali, "l'Olígonychus ununguis" (ragnetto verde) che attacca gli aghi provocando una colorazione giallo rossastra delle chiome, l'infezione fogliare prodotta da "Sphaeropsís sp" che si manifesta con l'apparizione di foglie con maculature convesse di colore nerastro contenenti i germi del microrganismo e, tante altre malattie provocate da insetti, acari e funghi, sono tutti curabili con trattamenti mirati.

La prevenzione e la cura delle patologie rilevate, devono essere approvate dalla competente ASL al fine di evitare il rilascio di prodotti tossici nel terreno e nell’atmosfera.

Mi sono dilungato un po' troppo, fino al punto di dimenticarmi della tematica principale della discussione iniziata da Giuseppe.
Ebbene, non vado oltre per non annoiare chi legge e concludo il mio intervento con una semplice riflessione: se le piante erano sane, tagliarle è stato un crimine, se al contrario avevano qualche problema, sarebbe opportuno a questo punto conoscere il nome scientifico della patologia e se è stata tentata una cura prima di eliminarle.

entomologo forestale martedì 27 luglio 2004 - 18.01.58
Complimenti alla Forestale di Casoli !!

Su Casoli Comunità di qualche mese fa, ho letto due righe sul taglio degli alberi alla villa.
Il "doloroso intervento" è stato giustificato da una presunta malattia della quale non si cita neppure il nome comune. Mi sorge il dubbio che siano stati tagliati per altri motivi. Mi pare strano infatti, che la presunta "malattia" della quale ripeto, non è stato reso pubblico il nome, abbia colpito principalmente la grande area centrale della villa, quella più bisognosa di fresco, lasciando intatte le altre conifere nei pressi.

E poi mi chiedo, come mai nessuno se ne era mai accorto prima del presunto cattivo stato di salute degli alberi se effettivamente erano malati.

Mi stupisco prima di tutto della leggerazza dei nostri amministratori (vecchi e nuovi) nell'affrontare un argomento così delicato in sede di esame ed approvazione, ma soprattutto mi meraviglio del Corpo Forestale dello Stato sezione di Casoli : complimenti !

Marco
Marco mercoledì 11 agosto 2004 - 12.30.20
C'è più senso civico a Lanciano

La vicenda delle tredici conifere di quattro anni di vita, sradicate a Lanciano per far posto alle giostre, ha suscitato scalpore e polemiche fra tanti cittadini ed ambientalisti. Qualcuno si è anche attaccato ad un albero per evitare lo scempio.
Da noi, nella Villa Comunale hanno tagliato molto più di tredici alberi sani e per giunta con più di mezzo secolo di vita. Continuano a cementificare quel poco di verde che rimane, le restanti piante si stanno ammalando a causa dello stato di totale abbandono e i nostri amministratori ne pubblicano perfino le foto in bacheca con orgoglio, come se stessero compiendo un'azione meritevole
Un cittadino casolano domenica 19 settembre 2004 - 0.03.03

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